Prosecco, una lunga storia

Origini del vino a Nord Est

L’uso dell’uva spontanea in Veneto è testimoniato fin dal Neolitico come attestano i frequenti ritrovamenti di vinaccioli negli insediamenti palafitticoli del Garda, del Lago di Fimon e di recente dei laghi di Revine. Bisogna tuttavia attendere fino al VII secolo a.C per trovare le prime testimonianze della produzione enologica in Veneto da parte degli Arusnati che producevano vino retico (un vitigno autoctono ora estinto) e l’acinatico, progenitore del Recioto. Alcuni autori hanno avanzato l’idea che proprio il vino, detto in lingua greca ènos, abbia dato il nome alla popolazione veneta. I Veneti erano infatti chiamati, in greco, Enetoi o Hènetoi. Ma è con i Romani, manco a dirlo, che si sviluppa la viticoltura, dapprima nel Veneto orientale, a partire dal II secolo a.C. Prima dell’arrivo dei Romani (è il 181 a.C. quando i romani attraversano il Veneto per andare a fondare Aquileia), si trovava esclusivamente la vite selvatica, poi con le centuriazioni del territorio (a partire da quelle di Oderzo e Concordia), i coloni romani iniziano a coltivare ovunque la vite in modo sistematico.

La coltivazione della vite e la conseguente produzione di vino anche a scopo alimentare (e non solo per occasioni speciali o riti religiosi come avveniva nel passato) segue lo sviluppo di due grandi arterie stradali di collegamento costruite dai Romani: la via Annia (131 a.C.) e la Claudia Augusta (iniziata nel 15 a.C. e terminata nel 47 d.C., detta poi Claudia Augusta Altinate) che partiva da Altino e arrivava fino a Augusta Vindelicum, l’odierna Augsburg.

Lungo l’asse dell’antica Claudia Augusta si diramano oggi la Strada dei vini del Piave, la Strada Del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene e la zona di produzione dei vini del Montello e dei Colli Asolani. I Romani concentrano la produzione di vino per le legioni stanziate nei confini dell’Impero.
La coltivazione della vite assume molta importanza, ma nel 92 d.C. l’imperatore Domiziano emana un editto con il quale proibisce nuovi impianti ed ordina l’espianto dei vigneti riservando i campi alla coltura del grano.
La viticoltura subisce così un brusco stop di quasi duecento anni, fino a quando l’imperatore Probo cancella l’editto proibizionista di Domiziano e l’allevamento della vite riprende. (...)


Le tipologie


Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG si può degustare nelle versioni Brut, Extra Brut, Dry ed Extra Dry e Lieviti, che si distinguono per il residuo zuccherino. Questa classificazione offre degli indizi su quanto il prodotto sia dolce o meno, quindi orienta nella scelta delle bollicine da degustare (...)

Scopri altre curiosità e notizie sul Prosecco Superiore con il nostro nuovo libro. Scopri di più!!

Torna al blog